Introduzione:
In questo articolo, esploreremo la natura di tali assetti e le implicazioni pratiche che essi comportano per le imprese.
Il Clima Aziendale: uno spettro di stati emotivi:
Il clima aziendale può essere visto come un continuum di stati emotivi che variano da stress a comfort a motivazione. I collaboratori motivati sono quelli che trovano sfide allineate alle loro competenze e hanno chiari percorsi di crescita, il che li porta ad essere energicamente coinvolti nelle attività aziendali. Al contrario, coloro che si trovano in uno stato di comfort tendono a svolgere compiti al di sotto delle loro capacità, risultando in una minore stimolazione e crescita professionale. Peggio ancora, i collaboratori stressati si trovano ad affrontare sfide che superano le loro attuali capacità, il che può portare a burnout se non adeguatamente gestito.
Quanto incide un buon clima aziendale:
Il clima aziendale non è solo una questione di benessere dei dipendenti, ma ha un impatto diretto sulle prestazioni finanziarie e sulla produttività dell'azienda. Uno studio riportata dalla Harvard Business Review ha rivelato che le aziende con un clima aziendale positivo hanno registrato un aumento del fatturato fino al 22%. Questo perché un ambiente di lavoro positivo favorisce la motivazione e l'impegno dei dipendenti, che si traducono in un servizio clienti migliore, maggiore fedeltà dei clienti e un'immagine aziendale più positiva. È dimostrato infatti che i clienti sono più propensi a fare affari con aziende che dimostrano di prendersi cura dei propri dipendenti.
Inoltre, le aziende con un alto coinvolgimento dei dipendenti registrano un aumento della produttività fino al 41%. I dipendenti che si sentono valorizzati e supportati sono più propensi a dare il massimo sul posto di lavoro, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi aziendali e al successo complessivo dell'impresa.
Altro dato importante da tenere in considerazione è il turnover, il tasso di rotazione del personale, che è un costo significativo per le aziende. Oltre ai costi diretti associati alla sostituzione dei dipendenti, il continuo cambio di personale può avere un impatto negativo sull’unità del team, sulla continuità operativa e sulla reputazione aziendale. Un clima aziendale positivo può infatti contribuire a ridurre il turnover.
Strumenti e tecniche per analizzare e modificare il clima aziendale:
Fortunatamente, esistono strumenti e tecniche efficaci per analizzare e migliorare il clima aziendale. Le indagini sul clima organizzativo, le interviste con i dipendenti e l'analisi dei dati possono rivelare i livelli attuali di motivazione, comfort e stress. Interventi come la formazione mirata possono trasformare collaboratori stressati in motivati, fornendo loro le competenze necessarie per affrontare le sfide attuali. Allo stesso modo, ridefinire i ruoli dei collaboratori in comfort può spingerli verso sfide più stimolanti, alimentando la loro motivazione.
Strategie per Favorire un Buon Clima Aziendale:
Creare una buona condizione lavorativa è una responsabilità fondamentale per il titolare di un'impresa. Ci sono diverse strategie e iniziative che un titolare può adottare per promuovere un ambiente di lavoro positivo e costruttivo tra i collaboratori, ad esempio:
Un Investimento Necessario per il Futuro:
Investire nel miglioramento del clima aziendale è essenziale per il successo a lungo termine di un'impresa. Un ambiente di lavoro positivo non solo migliora la soddisfazione e il benessere dei dipendenti, ma porta anche a migliori risultati finanziari e a una maggiore competitività. Gli imprenditori che si impegnano a creare e mantenere un buon clima aziendale vedranno i benefici riflettersi nella produttività, nella redditività e nella fidelizzazione dei dipendenti.
E tu conosci i tuoi collaboratori e misuri il clima aziendale?
Il nostro studio, grazie ad una consulenza basata sullo strumento scientifico Cruscotto di ControlloⓇ, può accompagnarti in questo percorso ed esplorare come questi strumenti e tecniche possano essere implementati nella tua realtà aziendale e garantire un ambiente di lavoro ottimale e sostenibile.
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Nell'era moderna del business, il successo di un'impresa non si misura solo attraverso il suo attuale rendimento economico, ma anche attraverso la sua capacità di anticipare e adattarsi ai cambiamenti futuri. In questo contesto, il Business Plan si rivela essere non solo un documento fondamentale per startup e aziende strutturate, ma anche una mappa strategica che indirizza l'impresa verso un futuro sostenibile e in crescita. Le linee guida per la redazione del Business Plan, elaborate dall'ODCEC di Milano, mettono in evidenza l'importanza di un approccio forward-looking nel delineare le strategie aziendali. Questo approccio, che guarda oltre l'orizzonte immediato, è essenziale per navigare in un ambiente di mercato sempre più dinamico e incerto.
Mentre tradizionalmente i Business Plan si sono concentrati su dati storici e analisi retrospettive, l'attuale panorama economico richiede una visione che sia proiettata verso il futuro. Un BP forward-looking non solo descrive dove si trova attualmente un'azienda, ma esplora anche dove potrebbe arrivare, anticipando sfide, opportunità e tendenze emergenti. Questo tipo di pianificazione permette alle imprese di presentarsi agli istituti di credito non solo con solide basi presenti, ma anche con una chiara prospettiva di crescita e sviluppo futuro.
Si tratta di un cambiamento di paradigma, da una visione statica e limitata nel tempo, a una dinamica e evolutiva, che abbraccia pienamente la complessità e la fluidità del mondo degli affari moderno.
L'Essenza del Business Plan
È essenziale per una buona pianificazione strategica e una gestione operativa attenta e funge da bussola per le decisioni aziendali, garantendo che ogni passo sia allineato con gli obiettivi a lungo termine dell'azienda. La sua importanza trascende la semplice acquisizione di finanziamenti, toccando aspetti cruciali come la gestione del rischio, l'allocazione delle risorse e l'identificazione di nuove opportunità di mercato.
Ma oltre a essere una guida interna, il BP è utile anche come potente strumento di comunicazione con parti esterne come investitori, banche e potenziali partner. Un business plan ben articolato trasmette sicurezza e professionalità, aumentando la credibilità dell'azienda agli occhi degli stakeholder esterni.
Redatto in conformità con le linee guida dell'ODCEC di Milano, un BP con un approccio forward-looking riesce ad anticipare le tendenze future, pianificare gli scenari emergenti e prepararsi per le sfide imminenti.
Perché un Approccio Forward-Looking è Cruciale
Il cuore dell'approccio forward-looking è la possibilità di avere una visione preventiva e adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato, fondamentali per il successo a lungo termine di un'impresa, e le linee guida dell'ODCEC di Milano lo enfatizzano come elemento cruciale nella redazione di un BP.
Un approccio forward-looking infatti implica una comprensione profonda dei cambiamenti potenziali nel mercato, nelle tecnologie, nella normativa e nei comportamenti dei consumatori. Questo tipo di visione permette alle imprese di sviluppare strategie non solo reattive, ma proattive, posizionandosi in modo ottimale per cogliere opportunità future e mitigare i rischi emergenti.
Le linee guida dell'ODCEC di Milano mettono in luce come un BP forward-looking possa ridurre l'asimmetria informativa tra le imprese e gli istituti di credito. Presentando una chiara prospettiva sul futuro finanziario dell'azienda, le imprese possono dimostrare agli istituti di credito la loro capacità di crescita e stabilità a lungo termine, aumentando così le possibilità di ottenere finanziamenti.
Quali sono quindi i benefici di un Business Plan ben redatto?
Un business plan accuratamente redatto offre numerosi vantaggi non solo per l'accesso al credito, ma anche per la gestione complessiva dell'impresa.
Secondo le linee guida dell'ODCEC di Milano:
Ma noi consulenti aziendali siamo necessari o no?
Certamente che lo siamo!
I consulenti aziendali apportano competenze specializzate e una prospettiva esterna preziosa; possono aiutare a identificare punti di forza e debolezza, valutare opportunità di mercato, e assicurare che il documento sia allineato con le tendenze attuali e future del settore.
Il contributo di un consulente di fiducia è cruciale per garantire che il BP non sia solo un documento statico, ma uno strumento dinamico e adattabile. Esso infatti deve evolvere insieme all'impresa e al suo ambiente di mercato. La sua revisione e aggiornamento periodici sono essenziali per assicurare che rimanga rilevante e utile. Questo include l'adattamento alle nuove condizioni di mercato, ai cambiamenti tecnologici e alle opportunità emergenti.
Una collaborazione continua con il proprio consulente può agevolare l’impresa a mantenere il proprio BP aggiornato e allineato con gli obiettivi a lungo termine fornendo insight preziosi e consigli pratici per la gestione del cambiamento e lo sfruttamento di nuove opportunità.
Vuoi scoprire come fare un Business Plan efficace per la tua impresa?
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Introduzione:
Gli adeguati assetti aziendali rappresentano un aspetto cruciale per la stabilità e il buon funzionamento delle imprese.
Nel contesto italiano, l'articolo 2086 del Codice Civile fornisce le linee guida fondamentali che regolamentano questi
assetti.
In questo articolo, esploreremo la natura di tali assetti e le implicazioni pratiche che essi comportano per le imprese.
Definizione di Adeguati Assetti Aziendali:
Gli adeguati assetti aziendali, come definiti dall'articolo 2086 del Codice Civile italiano, si riferiscono alla corretta
organizzazione e distribuzione delle risorse all'interno di un'impresa. Questi assetti mirano a garantire la stabilità
finanziaria, la trasparenza nelle decisioni e la tutela degli interessi dei diversi stakeholders dell'azienda.
Ruolo del Consiglio di Amministrazione:
Uno degli aspetti chiave degli adeguati assetti è il ruolo del consiglio di amministrazione. Quest'organo svolge un compito
fondamentale nel definire la strategia aziendale, monitorare le attività dell'impresa e garantire l'adeguata gestione delle
risorse. La composizione del consiglio, la periodicità delle riunioni e le procedure decisionali sono tutti elementi cruciali
contemplati dall'articolo 2086.
Implicazioni Pratiche per le Imprese:
Conclusioni:
In sintesi, gli adeguati assetti aziendali sono fondamentali per la prosperità a lungo termine delle imprese.
Rispettare le disposizioni dell'articolo 2086 del Codice Civile italiano non solo è un obbligo legale, ma anche un
investimento nella sostenibilità e nella reputazione dell'impresa. Implementare e mantenere adeguati assetti è una
strategia vincente che può contribuire al successo e alla crescita delle imprese italiane.
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Pensi di fare controllo di gestione solo perché hai studiato a fondo il tuo bilancio, hai fatto l’analisi dei costi e/o la contabilità analitica? Non funziona proprio così. Entrambe sono delle metodologie utilizzate per valutare la situazione finanziaria e le performance di un’azienda nel passato, ma guai a credere che il controllo di gestione e l’analisi di bilancio e/o l’analisi dei costi siano la stessa cosa. Ora ti spiego perchè. Ci sono delle differenze fondamentali. Prima fra tutte è il fatto che nell’analisi di bilancio si studiano e analizzano dati relativi a fatti già accaduti. In pratica è un’analisi “a posteriori”. Nel bilancio si valutano i risultati di azioni già programmate e svolte per analizzare la salute finanziaria dell'azienda e valutare la capacità di generare profitti. Per fare analisi di bilancio si tengono in considerazione diversi elementi come:
E’ chiaro quindi che nell'analisi di bilancio si studiano dei risultati immodificabili derivanti da specifiche azioni già accadute nel passato. Nel controllo di gestione invece si vanno ad analizzare anche le azioni che determinano i risultati, non i numeri che ne derivano, come i KPI qualitativi (la soddisfazione della clientela, il clima aziendale, la mancata conformità, il margine di contribuzione per addetto) Facciamo un esempio: la Vorwerk (quelli del Folletto per capirci) ha un parametro preciso per le sue vendite; ovvero vende 1 aspirapolvere ogni 5 campanelli suonati dal venditore. Questo significa che se si vuole vendere 100 scope elettriche l’agente dovrà suonare 500 campanelli. Dividendo per 20 giorni lavorativi, i campanelli da suonare al giorno nell’arco di un mese saranno 25. Se si rispetta questo KPI le vendite a fine mese saranno pari ai risultati attesi, ovvero 100 aspirapolveri, e il conto prodotti c/vendite sarà esattamente quello che hai programmato e non un colpo di fortuna o sfortuna. Questo è un semplice esempio per far capire come il controllo qualitativo delle azioni può determinare un risultato a posteriori precedentemente identificato. Il controllo di gestione è basato anche e soprattutto su KPI qualitativi con lo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati mettendo in atto azioni correttive “in corso d’opera” per migliorare l’efficienza e la redditività dell’impresa già prima di vederne i risultati nel bilancio. Nel controllo di gestione quindi, oltre al bilancio e ai costi, dovrebbero essere aggiunte le seguenti analisi:
in definitiva il controllo di gestione permette di avere informazioni chiare e tempestive che aiutano gli imprenditori a prendere decisioni consapevoli, ad adottare azioni correttive e ottimizzare l'utilizzo delle risorse dell'azienda per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in corso d’opera, a patto che non sia incentrato sul bilancio e sull’analisi dei costi. Il mercato di oggi non consente più di non avere il controllo di gestione, anche qualitativo, nella propria impresa. Gestire un’impresa senza avere il costante controllo dei numeri e delle azioni che li determinano è da folli. Ricordarsi dei dati solo in fase di bilancio è come guidare un’auto guardando lo specchietto retrovisore, ovvero leggere cose già accadute. Questa modalità di lavoro non è riservata alle grandi holding, vale per tutti, dall’artigiano, all’impresa familiare, al commerciante. Il nostro Studio è in grado di fornirti i numeri giusti, pochi dati per una road map di successo. Attivando il Cruscotto di ControlloⓇ, il software cloud numero uno che funge da CFO virtuale, potrai avere un monitoraggio costante dell’andamento della tua attività. E tu fai il Controllo di Gestione nella tua impresa?
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Come ogni anno in questo periodo ci apprestiamo a lavorare alle chiusure del bilancio d’esercizio dell’anno 2022 e alla redazione della relativa nota integrativa. La nota integrativa accompagna il bilancio ed è considerata una sezione fondamentale di esso, fornisce informazioni aggiuntive e dettagli sui dati presentati nella sezione principale del bilancio, in particolare approfondisce i principali eventi economici che hanno influenzato la situazione finanziaria dell'azienda con l'obiettivo di fornire ai lettori una visione completa e trasparente della performance dell'azienda e dei fattori che ne hanno influenzato i risultati. Da quest’anno però le società dovranno cimentarsi con un nuovo obbligo informativo. Con la definitiva entrata in vigore del D.Lgs 83/2022 (correttivo alla nuova riforma della Crisi d’Impresa), gli amministratori non hanno soltanto il dovere di istituire adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, ma devono anche adempiere ad un obbligo INFORMATIVO in merito alle modalità con le quali hanno provveduto ad implementare detti adeguati assetti e su come hanno misurato la continuità aziendale. Dal 15 luglio 2022 infatti è previsto l'obbligo per gli organi delegati di verificare che l'assetto organizzativo e amministrativo e contabile sia adeguato e di riferire al CdA e collegio sindacale l’andamento della gestione e la sua prevedibile evoluzione. Di tali informazioni va data quindi comunicazione di COME e COSA sia stato misurato attraverso gli adeguati assetti. Il vero scopo di questa norma non è complicare la vita ma spingere l'imprenditore a comprendere i benefici di una sana gestione. Molti aziendalisti concordano sul fatto che il controllo del rischio di default non può essere assolto facendo riferimento solo ad anomali andamenti dei principali indici di bilancio, in particolare il ROI ed il Capitale Circolante Netto (CCN). Nella maggior parte dei casi infatti quando si rilevano andamenti anomali dei principali indici di bilancio, di fatto la crisi si è già innescata. Ben consapevole della inadeguatezza dei comuni indicatori, il legislatore con questa norma spinge a monitorare in maniera continuativa (non solo in occasione della chiusura del bilancio) elementi che sono principalmente di carattere qualitativo e fa riferimento ad una precisa serie di KPI riportati nella check list del D.Lgs 14/19, art.3, comma 3, lettera c. Detto ciò, per poter permette agli amministratori di avere dichiarazioni corrette in nota integrativa è necessario effettuare un’analisi degli adeguati assetti. Il nostro Studio, grazie al Cruscotto di ControlloⓇ il primo e unico software cloud in Italia basato sulla Balanced Scorecard, è in grado di rilasciare una perizia dettagliata con tutti i particolari della misurazione e una certificazione sul possesso o meno degli adeguati assetti da allegare al bilancio che poi verrà depositato. Se vuoi redigere la perizia preliminare sugli adeguati assetti da allegare al bilancio 2022 vai ai contatti e richiedi un appuntamento gratuito.
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Sapete quali sono i primi segnali che vengono rilevati quando un’impresa è in crisi?
Questi sono i tratti comuni rilevati in gran parte delle imprese che poi in un secondo momento hanno evidenziato forti inefficienze e, alla lunga, hanno provocato il consumo della liquidità accantonata mettendo fortemente a rischio la continuità aziendale. E’ proprio sulla base di questi dati che è stato introdotto il nuovo art. 3, comma 3, lettera c, presente all’interno del Codice della Crisi d’Impresa ed entrato integralmente in vigore il 15.07.2022. L’obiettivo principale di tale norma non è certo quello di additare stati di crisi ma piuttosto quello di assicurare alla collettività un bene che è parte fondamentale del tessuto economico del nostro paese, ovvero l’Impresa. E lo fa tutelandola da possibili inefficienze che progressivamente andranno ad erodere la sua liquidità, provocando un sovraindebitamento e a lungo andare una situazione di default difficilmente recuperabile. Senza considerare poi che sarà l'amministratore a doverne rispondere in sede giudiziaria. La sua responsabilità infatti verrà chiamata in causa nel momento in cui venga accertato che non sono state applicate tutte quelle azioni necessarie che abbiamo portato ad impedire l’aggravamento della situazione di crisi e di insolvenza economica. Cosa fare allora per evitare tutto ciò? Prima di tutto c’è da dire che lo Stato italiano vuole Amministratori d’Impresa sempre più presenti, coinvolti. La carica non potrà più essere ricoperta solo formalmente, ma ora un amministratore avrà il preciso compito di vigilare e intervenire attivamente qualora avvertisse una possibile crisi e potrà essere chiamato a rispondere dei danni causati a società, soci e creditori nel caso in cui venga accertato il mancato rispetto degli obblighi gestori. Due quindi sono le parole magiche ….”Adeguati assetti”, o più precisamente adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili. L’art. 2086 del cc. impone all’amministratore di istituire tali assetti sulla base della dimensione e della natura della propria impresa al fine non soltanto di esonerarlo da possibili ripercussioni giudiziarie ma soprattutto per aiutarlo a vigilare sul quel bene che fa grande il nostro paese, aiutandolo a rilevare tempestivamente un qualsiasi segnale di crisi, dandogli la possibilità di adoperarsi immediatamente e adottare tutti gli strumenti possibili messi a disposizione dall'ordinamento per superare tale situazione e portarlo quindi alla continuazione della propria attività. Qualcuno diceva “la potenza è nulla senza il controllo”. Se pensi che il bilancio sia tutto quello che ti serve per controllare allora mi dispiace deluderti. Se pensi che il bilancio ti dica se i tuoi dipendenti sono soddisfatti del loro lavoro mi dispiace deluderti. Se pensi che che il bilancio ti dica se il tuo prodotto di punta è arrivato a maturazione mi dispiace deluderti. Ci sono valori qualitativi che il bilancio non riesce a misurare e sulla base dei quali invece si fonda lo stato di salute di un’impresa. Solo un controllo costante di queste informazioni, e la loro corretta interpretazione, ci possono dire se si sta andando davvero nella giusta direzione o se è necessario raddrizzare il colpo. La balanced Scorecard ideata da Kaplan e Norton è lo strumento più usato negli USA per monitorare costantemente l’andamento delle imprese e il nostro studio ha a disposizione il primo e unico software cloud in Italia basato proprio sulla Balanced Scorecard e in grado di fare un’analisi qualitativa dei dati aziendali, ovvero il Cruscotto di ControlloⓇ. Se vuoi avere una lettura di dei dati aziendali e trasformarli in informazioni utili per una corretta gestione e costruire un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile così come previsto dall’art. 2086 c.c., secondo comma, o semplicemente saperne di più mandaci un messaggio.
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Tra i quaderni recentissimamente pubblicati dalla Scuola Superiore della Magistratura, Ente di formazione e aggiornamento professionale per Magistrati, risalta quello su “Gli assetti organizzativi per l’impresa”. Ovvero La Scuola Superiore della Magistratura sta facendo aggiornare i Magistrati, e quindi anche i Giudici Delegati, sul tema degli adeguati assetti. La cosa fa il paio con la recente pubblicazione delle Linee Guida del Consiglio Superiore della Magistratura in materia di procedure concorsuali. Tutto questo ci sta facendo capire che l’istituzione degli adeguati assetti nella gestione dell’impresa e la loro corretta misurazione avranno un ruolo chiave nelle problematiche giurisdizionali di diritto commerciale e fallimentare del prossimo futuro. Anche da colloqui informali con qualche Giudice Delegato, incaricato di fallimenti e concordati, emerge chiaro l’indirizzo di spostare l’attenzione sugli adeguati assetti nel momento in cui si verifica una crisi aziendale. Per non parlare poi della responsabilità civile legata al rimborso dei danni causati dagli amministratori, la quale verte tutta attorno agli adeguati assetti e il mancato rispetto da parte loro degli articoli 2086, comma 2 e 2476, comma 6. Come si può vedere nell’approfondimento (vedi allegato) il primo articolo di questa raccolta è scritto proprio da Renato Rordorf, Presidente della Commissione Rordorf che ha lavorato sulla Riforma della crisi. L’art. 3 di tale riforma, composta da 390 articoli, è incentrato sugli adeguati assetti e riguarda le aziende SANE. Se si pensa che i primi due riguardano le definizioni, questo vuol dire che gli adeguati assetti hanno un ruolo centralissimo nella gestione delle imprese in Italia e nelle tematiche giuridiche ad essi legate, contrariamente a quanto pensano molti colleghi che ritengono di non dover informare tutti i propri clienti sull’art. 2086, comma 2. Il 2086 comma 2 è una rivoluzione giuridica e culturale, che piaccia o no!!! Un imprenditore che non pone la dovuta attenzione a questa problematica non si prende adeguatamente cura dell’impresa e della sua continuità. Addirittura al momento della chiusura del proprio bilancio, nella Nota Integrativa, un amministratore dichiara sotto la propria responsabilità due cose fondamentali, ovvero:
È davvero così? Quali strumenti utilizza la tua impresa per misurarli? Altrimenti si stanno facendo false dichiarazioni. Il nostro Studio si avvale del Cruscotto di ControlloⓇ, unico misuratore per Adeguati Assetti che fornisce una perizia in grado di certificare la dichiarazione dell’imprenditore ed esonerarlo così da false dichiarazioni. Il Cruscotto di ControlloⓇ è il primo ed unico software cloud basato sulla Balanced Scorecard (in Italia nessun software è basato sulla Balanced Scorecard) capace da solo far rispettare il 2086 e tutte le novità introdotte.
CLICCA IL FILE NEI DOCUMENTI SOTTO PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO E LEGGERE SUGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI DELLE IMPRESE
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Quanti tipi di aziende esistono? Tantissime mi dirai ma se le guardiamo dal punto di vista del rendimento economico possiamo dividerle in due gruppi: Aziende ROS e Aziende TOCI. La differenza è tutta nella marginalità. Due aziende, a parità di risorse, possono infatti avere rendimenti completamente differenti. Sono apparentemente identiche, eppure il loro risultato è completamente diverso. Perché questo? Molto dipende da dove si sceglie di focalizzare la propria attività, se sulla qualità o sulla quantità.
CLICCA IL FILE SOTTO PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO E LEGGERE SULLE AZIENDE ROS E TOCI
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Partiamo citando un tratto della direttiva Insolvency 1023 del 2019: “Le imprese non sane che non hanno prospettive di sopravvivenza dovrebbero essere liquidate il più presto possibile. Se un debitore che versa in difficoltà finanziarie non è sano o non può tornare ad esserlo in tempi rapidi, gli sforzi di ristrutturazione potrebbero comportare un’accelerazione e un accumulo delle perdite a danno dei creditori, dei lavoratori e di altri portatori di interessi, come dell’economia nel suo complesso” Questo ci dice esplicitamente quale sarà la rotta per le imprese nei tribunali europei e sulla base di ciò il Consiglio Superiore della Magistratura ha emanato le “Buone prassi nel settore delle procedure concorsuali - Linee Guida”, ovvero un’emanazione della Direttiva Insolvency. Puoi trovare il testo integrale qui (vedi allegato). In sostanza sulla base di questa direttiva i giudici e tutte le parti coinvolte nel giudicare le aziende tenderanno a “buttar fuori” le imprese che non sono risanabili. Quale conclusione trarre da ciò? E' evidente che l'approccio di allerta precoce deve diventare il centro dell'attività aziendale e che venga attivato un controllo preventivo sull’azienda, ovvero la possibilità di eliminare interamente il problema in maniera endogena, alla radice insomma. Sono soltanto due le possibilità per cui un'azienda possa essere considerata risanabile: - intercettare il problema con la composizione negoziata chiedendo aiuto ad un esperto negoziatore - tentare di fare la composizione della crisi Oltre tale soglia l'impresa dovrà fare i conti con le Linee guida emanate del Csm che delineano come sia troppo complicato risanare un'impresa che ha superato tali limiti e pertanto sarà un bene per la collettività che l’azienda vada fuori dal mercato. Il concetto base è che bisogna lavorare e adoperarsi per mantenere un sistema economico sano, partendo innanzitutto dagli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili ed è fondamentale che le imprese, a partire da quelle sane, abbiamo una buona cultura aziendale, fattore ancora molto carente oggi. La direttiva Insolvency evidenzia infatti che i quadri di ristrutturazione preventiva armonizzati nel territorio dell’Unione dovrebbero permettere ai debitori di ristrutturarsi efficacemente in una fase precoce, di prevenire l’insolvenza e, quindi, di evitare la liquidazione di imprese sane: ciò al fine di impedire la perdita di posti di lavoro, di conoscenze e di competenze e massimizzare così la soddisfazione dei creditori. L’azienda sana che manca degli adeguati assetti previsti dall’art. 2086 cc. tende a fare maggiormente debito e inevitabilmente trascina con se la responsabilità dell’amministratore, del sindaco e del revisore, della banche e del professionista. Questo è confermato anche dall'European Banking Authority che, con le sue Linee Guida, delinea un nuovo modello di rating non basato sul bilancio ma sulla sostenibilità, sugli adeguati assetti e sulla continuità aziendale. Il tutto porta a sintetizzare che al centro ci sia il il consulente aziendale, un professionista in grado di analizzare la situazione aziendale, riconoscere tempestivamente i possibili segnali di crisi e intervenire subito per il risanamento. Il nostro studio grazie al Cruscotto di Controllo, il primo e unico software cloud in Italia basato sulla balanced scorecard, è in grado di fare un'analisi qualitativa dei dati aziendali. Richiedi subito una consulenza!
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Il 15 luglio il Codice della Crisi è definitivo - Scopri cosa significa per l'impresa e per l'imprenditore leggendo l'articolo del Sole24Ore e di Euroconference News quì accanto
Il legislatore ha precisato quali sono gli adeguati assetti in sede di crisi. Anche se la tua impresa è sana devi comunque dotarti di adeguati assetti per intercettare gli indizi di crisi. Questo ti aiuterà a mantenere un buon assetto senza fare debiti e incorrere in responsabilità per l'amministratore a causa della mancata "osservanza degli obblighi relativi alla conservazione dell'integrità del patrimonio sociale". Il legislatore quindi testimonia la sua volontà a sostenere tutte le imprese, non solamente quelle in difficoltà o decotte. Chiede infatti di dotarsi di un sistema di early warning, un'allerta precoce per intercettare gli indizi, non solo quantitativi, ma soprattutto qualitativi. Se ci si basa su un'analisi di bilancio, ovvero dati passati, significa che la crisi è già in atto. Conosci gli elementi qualitativi che possono determinare gli squilibri economico/finanziari interni all'azienda?
Un imprenditore deve essere in grado di intercettare gli indizi di crisi e produrre dati in grado di rispondere ad un apposito questionario (la check list) elencato nella sezione seconda del Decreto Ministeriale del 28/9/21. In particolare deve indicare se è dotato di KPI (Key Performance Indicator), di strumenti di monitoraggio continuo su aspetti puramente qualitativi, ovvero valori del bilancio che guardano avanti, avere una chiara identificazione degli intenti strategici e quindi un'analisi di scenario, analisi SWOT, etc
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In definitiva la Balanced Scorecard è lo strumento ideale per aiutare l'imprenditore nel tutoraggio aziendale a tutti i livelli, tangibili e intangibili. Il nostro studio utilizza il Cruscotto di Controllo, ovvero l'unica applicazione pratica attualmente presente in Italia basata appunto sulla Balanced Scorecard.
Il file Articolo_Rordorf.pdf che trovi sotto è un articolo uscito sulla prestigiosa rivista "Le Società 12/2021" e scritto da Renato Rordorf, colui che ha diretto la commissione che ha scritto la riforma della crisi.
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Dotare la propria impresa degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili porta grandi vantaggi per il suo futuro.
Ora da imprenditore dovresti farti alcune domande:
L'unica risposta oggi è la BALANCED SCORECARD, strumento di gestione strategica d'impresa, che ti aiuta a misurare, e quindi gestire tutte le informazioni provenienti dalla tua attività.
Rispetta la prescrizioni dell’art. 2086 2° comma c.c., degli ISA 570 e 210, delle linee guida EBA per la concessione ed il rinnovo dei Finanziamenti e delle linee guida dell’ODCEC di Milano per la redazione del BUSINESS PLAN.
In caso di composizione negoziata ex DL 118 è l’unico strumento capace di soddisfare le richieste della check list della sezione seconda del Decreto Ministeriale del MISE del 28 settembre 2021, senza le quali l’esperto risanatore non può procedere al risanamento.
Legge 155: cosa devono fare commercialisti e revisori:
Il 10 gennaio 2019 è successa una rivoluzione copernicana. È stato infatti approvato il decreto
legislativo che attua la riforma della crisi e dell’insolvenza che era stata introdotta con la legge 155 del 2017.
Viene abolita la parola fallimento e viene sostituita con la procedura di liquidazione giudiziale, ma soprattutto viene introdotta l’allerta
precoce, early warning, cioè nel nostro ordinamento i revisori contabili, gli amministratori in nota
integrativa; comunque chi ha a che fare (con interessi giuridici) con l’impresa deve allertare e deve
segnalare il suo stato di difficoltà. Ovviamente, questo è compensato da dei vantaggi: l’imprenditore
non avrà responsabilità civili o penali. Nella riforma sono stati anche abbassati i limiti della
obbligatorietà del revisore contabile, con due milioni di ricavi, due milioni di capitale investito,
quindi il totale dell’attivo, e una media di dieci persone, dieci dipendenti impiegati. Basta superare
un solo limite per due esercizi e c’è bisogno del revisore.
Il fulcro a mio parere di tutta la riforma è l’art. 13. L’art. 13 introduce alcuni concetti che è bene che
ognuno di noi inizi a metabolizzare; che sono il concetto di sostenibilità del debito e di continuità
aziendale. L’amministratore e il revisore debbono periodicamente, e in nota integrativa, valutare la
consistenza dell’azienda in ragione della sua possibilità di sostenere il debito nei prossimi sei mesi,
e in ragione della sua continuità, della possibilità della continuità aziendale nei prossimi sei mesi.
Quindi bisognerà misurare se nei prossimi sei mesi l’azienda ha la possibilità di continuare la sua
attività, e soprattutto se ha la possibilità di sostenere il debito con, dice l’art. 13, appropriati indici.
Attenzione, la norma non dice quali sono gli indici che si debbono utilizzare, non dice quali sono i
benchmark che bisogna utilizzare, ma dice che bisogna usare degli appropriati indici. Poi viene anche
delegato al Consiglio nazionale dottore commercialisti la possibilità di elaborare degli indici che,
attenzione, dovrebbero in maniera sintetica (quindi il sistema di misurazione, di k.p.y, di key
performance indicator, quindi di indici che bisogna prendere, poi deve dare un’unica indicazione).
Ora c’è un grande problema, che i prossimi sei mesi si riferiscono al futuro, non al passato, quindi
come fa un soggetto a valutare i flussi futuri, a valutare la sostenibilità futura se non fa una stima, e
questa stima è soggettiva, quindi ritorniamo a questo strumento.
L’unico strumento scientificamente provato (quindi in tribunale quando uno dovrà dimostrare di
aver fatto una misurazione scientifica…) che esiste al mondo, capace di misurare la sostenibilità del
debito nei prossimi sei mesi e soprattutto la continuità aziendale, perché queste dipendono dalle
scelte future dell’imprenditore, non dipendono dai bilanci vecchi. Cioè se io non innovo, non formo,
non ho un clima aziendale positivo, non avrò flussi, non avrò continuità aziendale. Quindi occorre
uno strumento scientifico che misuri la capacità dell’azienda di fare scelte strategiche che
consentono la solidità aziendale e sostenibilità del debito. Allora, ripeto, l’unico strumento è la
Balanced scorecard di Kaplan e Norton. La Balanced scorecard di Kaplan e Norton è scientificamente
provato che misura la capacità dell’azienda di sostenere l’equilibrio finanziario, ma soprattutto di
sostenere il suo sviluppo in futuro. Il cruscotto di controllo che noi proponiamo è una Balanced score
card, quindi è a tutti gli effetti lo strumento che permette al revisore, che permette all’azienda di
sapere se la sua situazione è sostenibile oppure no.
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Come si comporteranno le banche dopo l’entrata in vigore del 2086 secondo comma:
L’art. 2086 secondo comma prescrive l’obbligo per l’imprenditore collettivo di dotarsi di una adeguata struttura amministrativa, contabile ed organizzativa. Quindi l’imprenditore deve strutturarsi, deve essere adeguatamente strutturato. Gli obblighi di revisione sono stati estesi anche a chi ha più di dieci dipendenti, a chi ha più di due milioni di capitale investito, chi ha più di due milioni di volume di affari. Ora, queste due norme sono già in vigore, per cui già gli statuti, cosa molto importante, che prevedono la nomina di un revisore entrano in vigore, perché lo statuto adeguato, se c’è la norma che prevede che in quel caso si applichi lo statuto, lo statuto deve essere rispettato. Quindi la prorogatio dei nove mesi riguarda soltanto la modifica dello statuto. E questo cosa vuol dire? Che oggi, non domani, l’azienda che non ha un’adeguata struttura organizzativa, amministrativa e contabile, ad esempio non ha un sistema di controllo, non ha un sistema di pianificazione strategica, e l’azienda che dovrebbe nominare un revisore e non lo nomina opera in situazione di illegittimità, cioè non può operare. Quindi questo comporta l’obbligo da parte delle banche di dover essere costrette a sospendere l’operatività. Questa situazione è stata sottovalutata, ma vedrete che quando le banche (direttori generali e C.D.A) si renderanno conto di questa cosa chiederanno immediatamente alle filiali di fare questa adeguata verifica sulla nomina del revisore e sul fatto che ci sia, appunto, un’adeguata struttura organizzativa amministrativa e contabile. Come si potrebbe fare? Molto semplicemente implementando all’interno dell’azienda il cruscotto di controllo rivolgendoti ad un consulente o un commercialista ch utilizza il cruscotto di controllo e che può porgerlo come servizio delle sue aziende.
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